La maggior parte degli appassionati di archeologia alternativa e della Teoria degli Antichi Astronauti conoscono le enigmatiche Linee di Nazca.
Tuttavia, in Perù, a poca distanza dai famosi geoglifi, esiste un luogo meno conosciuto e molto più enigmatico, situato nei pressi della Pisco Valley, su una pianura chiamata Cajamarquilla.
Si tratta di migliaia di buchi strani scavati nella roccia dura, posizionati in maniera lineare per circa 1,5 km su terreno irregolare. Sono lì da talmente tanto tempo che nemmeno le popolazioni locali hanno idea di chi li abbia scavati, o del perché siano stati realizzati.
L’aspetto più sconcertante è che nessuno li ha mai veramente notati fino a quando l’area non è stata osservata dal cielo.
In totali, si contano più di 7 mila buche riprodotte apparentemente in maniera ciclica su una striscia precisa di terra con orientamento Nord-Sud: esse possono avere una profondità che va da pochi centimetri fino a 2 metri. Alcune sezioni presentato buchi con una precisione rigida e perfetta.
È possibile osservare le fotografie satellitari sia sul sito di Google Maps (dove le foto risultano poco chiare e in bassa definizione), sia sulle mappe di Bing (dove la risoluzione e il contrasto sono decisamente migliori).
Queste le coordinate per entrambi i portali: da: 13° 42′ 59.9″ S, 75° 52′ 28.46″ W a 13° 42′ 20″ S, 75° 52′ 28.46″ W
Da chi e perché sono state realizzate?
Ad oggi, nessuno ha la più pallida idea del perché i buchi sono lì, di chi li abbia fatti e a cosa servissero. Naturalmente, gli archeologi convenzionali hanno cercato di spiegare in tutti i modi possibili la misteriosa sequenza di buchi
Alcuni hanno proposto che le buche servissero per lo conservare del grano. Al ché, altri hanno ribattuto che c’erano altri modi noti più semplici per creare magazzini di stoccaggio, piuttosto che eseguire un’opera che avrebbe richiesto decenni di duro lavoro e una precisione maniacale. Inoltre, non è stato trovata nessuna traccia del frumento.
Allora, si è pensato che i fori fossero stati utilizzati come delle tombe verticali. Anche in questo caso, non è stato trovato nulla: ossa, manufatti, scarti, iscrizioni o gioielli. Inoltre, non vi sono coperture per sigillare gli ipotetici tumuli o un segnale che potesse identificarne l’occupante. Dunque?
Erich von Daniken, uno dei pionieri della Teoria degli Antichi Astronauti, ha ispezionato il sito personalmente pochi anni fa. Nel suo resoconto riporta ciò che è evidente a chiunque: si tratta di una lunga sequenza precisa di otto fori che coprono 24 m di larghezza, procedendo dal fondo della Pisco Valley su per un miglio sulla parete della montagna, fino a scomparire nella massa terrosa del territorio peruviano.
Le sequenza di buchi, secondo von Daniken, ricorda le tracce lasciate da un qualche tipo di impianto di perforazione minerario, un macchinario adibito a muoversi lungo il dorso della montagna metodicamente, saggiando la geologia delle Ande alla ricerca di metalli preziosi.
Zecharia Sitchin, altro grande teorico del paleocontatto, nei suoi scritti ha affermato che gli Annunaki, viaggiatori extraterrestri considerati divinità dai nostri antenati, sarebbero venuti sul nostro pianeta, in epoca remota, alla ricerca di metalli preziosi, in particolare per l’oro.
È interessante notare che nella parte di territorio che si trova a est della striscia di buchi si trovano delle formazioni simili a resti di un antico insediamento (13° 42′ 36.80″ S , 75° 51′ 4.07″ W). Queste formazioni non sembrano di origine naturale e non c’è nulla di simile in tutta la zona. Inoltre, nella zona a settentrione della striscia si nota un’area innaturalmente scura, quasi come se fossero le tracce di una imponente esplosione.
È possibile che la Band of Holes sia la traccia lasciata da una qualche attività mineraria degli Annunaki? La Pisco Valley è stata lo scenario di una furibonda battaglia extraterrestre per l’accaparramento delle risorse naturali del pianeta Terra? Finché non ci saranno risposte chiare su questi enigmatici fori, anche l’ipotesi degli Antichi Astronauti è lecita come tutte le altre… anzi, forse è quella che svela davvero l’enigma della Band of Holes!