ferrara- duomo di san giorgio

ferrara- duomo di san giorgio

La Cattedrale risale al 1135, è in stile romanico nella parte inferiore della facciata e gotico in quella superiore ed è consacrata a San Giorgio.

 

La natura alchemica della facciata - il Bene 
Sulla facciata è presente molta vegetazione che richiama la vita; il suo intreccio, che spesso ricopre l’intero edificio cristiano, riporta l’Eden sulla Terra. Vi sono parecchi animali che si intravedono tra le foglie di vite, simboli del creato. La chiesa è così  la metafora di un immenso Albero della Vita.

La Natura è l’origine dell’esistenza, attraverso la quale la materia si trasforma. E’ lei la testimonianza in terra che ci conferma in ogni momento, che nulla muore senza poi rinascere a nuova vita. Ecco perché l’Albero della Vita è sempre rigoglioso, perché è il riassunto della vita stessa.

 

Le foglie non sono casuali: vi è della vite che richiama il vino e cioè il sangue di Cristo, l’acanto che ci lega a un passato egizio attraverso i templari, le palme che ricordano il martirio dei santi.

L’albero connette il cielo con la terra ed è speculare, cioè l’alto è identico al basso… i rami sono come radici estese nel cielo e le radici sono come rami diffusi nel suolo. E’ simbolo dell’elevazione verso il cielo, verso la spiritualità, verso la conoscenza. Si nutre di acqua (elemento materiale) e di luce (elemento spirituale) dando come somma dei due nutrimenti fiori e frutti di cui beneficia l’uomo.

La natura alchemica della facciata - il Male 
Soffermandoci all’entrata della Cattedrale non possiamo non notare quanto spaventose siano le creature mostruose sulla facciata. Perché esseri così immondi si trovavano a guardia di un luogo cristiano? Forse per spaventare ed intimorire il credente oltre che per ricordargli che il male era sempre in agguato, pronto a corromperlo e a rubargli l’anima? Dopotutto le creature, i mostri, gli esseri oscuri e maligni sono concreti, reali, a volte anche più vicini a noi perché in agguato nell’ombra. Sono spesso immagini di un trascorso pagano e ricordano antichi dei distrutti dal Cristianesimo, che ha saputo trasformarli, rendendoli demoniaci e malvagi. Dopotutto per essere degni di entrare nel luogo sacro di una chiesa, bisogna anche essere in grado di sconfiggerli.

Alcune figure mostruose della facciata:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sulla facciata vi è anche la rappresentazione dell’inferno, dove un mostruoso Lucifero inghiotte l’anima dei dannati, ciò da sempre richiama in un certo qual senso il giudizio di Osiride egizio, dove un mostro inghiotte il cuore (anima) del Faraone che non ha saputo passare la prova della pesatura delle anime (anche se solitamente nel Libro dei Morti il Faraone la passava sempre).

 
l'inferno

Il Giudizio Universale è posizionato sotto il timpano di una delle entrate. Vi è il corteo dei dannati verso la bocca dell’inferno e dalla parte opposta il corteo dei beati verso Abramo.

L'uomo stetocefalo
E’ un uomo con il volto posizionato sullo stomaco, nel complesso una figura particolarmente mostruosa, ma con un suo preciso significato. Per chi conosce i cartoni animati giapponesi, i nemici di Mazinga o i mostri di Devilman avevano tutti la testa sullo stomaco.

 

Questi mostri di derivazione orientale identificavano la capacità di ragionare con il ventre, con la parte bestiale dell’uomo. Questo è da corrispondere alla figura del Guerriero con l’elmo arricchito dal cimiero in testa. Quando il cimiero è un animale virtuoso come un’aquila, un lupo o un leone, il guerriero si trova con la testa in prossimità del ventre dell’animale così da acquisirne la forza.

La geometria sacra della facciata basata sul numero 10 
Le chiese sono architettonicamente perfette, perché dovevano rappresentare la casa di Dio in terra, perchè qui lo si poteva incontrare misticamente. Tutto ciò che era strutturalmente imperfetto, storto, asimmetrico era “opera del diavolo”.

La chiesa era metafora del mondo intero, perché lo suddivideva nella sua stessa struttura in celeste, terrestre e sotterraneo corrispondenti a zona alta, pianterreno e cripta. La cripta è dedicata al riposo del corpo, il pianterreno al cammino dell’anima verso Dio e il resto della chiesa all’assunzione in cielo.

 

Purtroppo nel Duomo di Ferrara non è presente la cripta per via dell’impossibilità di creazione di un vano sotterraneo a causa dell’instabilità geologica del terreno, ma anche perché non vi erano particolari reliquie da venerare.

 

La facciata è molto interessante, perché la sua realizzazione è unica nel suo genere. Essa è stata costruita basando la geometria sul cerchio diviso in dieci parti uguali. Il dieci aveva un grande valore simbolico essendo la somma dei primi quattro numeri: 1+2+3+4, il cosmo più il dualismo più la trinità più la terra = il tutto assoluto. E’ identificato non a caso con la X dai romani, cioè l’unione del principio maschile /\con quello femminile V che dà la vita senza la quale non vi è nulla.
I Telamoni così cari agli architetti templari hanno spesso le gambe incrociate a X. Essi sorreggono le colonne del tempio perché esso è costruito metaforicamente sull’uomo. La X raffigura anche la l’unione tra alto e basso.

Il giudizio universale della facciata
Le sculture della facciata sono attribuite a Niccolò come recita la scritta che si trova attorno alla lunetta:

ARTIFICEM GNARUM – QUI SCULPERSIT HAEC NICHOLAUM HUNC CURRENTES – LAUDENT PER SAECULA GENTES

Ai lati del portale vi sono delle sculture a bassorilievo raffiguranti a sinistra l’Arcangelo Gabriele e a destra Maria, vi sono anche i 4 profeti che predissero l’Annunciazione: Daniele, Geremia, Isaia e Ezechiele. Le teste escono molto mentre il resto del corpo rimane appiattito. Sui pilastrini invece abbiamo riquadri con molte figure di animali ripresi dal bestiario medievale.


inferno

Sopra il portale si può vedere un'interessante loggia del 1250 ove si sviluppa il Giudizio Universale, di autore ignoto, che è un esempio unico in Italia di architettura gotico-francese. Sui pennacchi degli archi è possibile osservare il tema della Resurrezione con i morti che risorgono dalle proprie tombe.

 
Cristo nella mandorla al centro

Il fregio sopra gli archetti raffigura l’arcangelo Gabriele con in mano la bilancia per la pesatura delle anime. Quest’immagine chiamata anche PSICOTASI è abbastanza rara ed è derivazione del Giudizio Universale egizio nel quale viene confrontato il peso del cuore del Faraone con una piuma.


psicostasi

Qui accade lo stesso (solo che vi è un piccolo diavoletto che cerca di far pendere il piatto dalla sua parte) e, a seconda del giudizio, gli eletti si dirigono in Paradiso e i dannati all’inferno. A partire dall’Arcangelo partono due cortei che si dirigono verso le lunette laterali, che sarebbero le rispettive porte dell’aldilà… a destra quella dell’inferno dove vi è la figura mostruosa che ingoia le anime (corrispettivo del mostro egizio sotto la bilancia che ingoia il cuore impuro), mentre a sinistra quella del paradiso con Abramo che accoglie nel suo grembo le anime dei giusti.

 
a sinistra Abramo e a destra l'Inferno

Sopra nel timpano vi è il Cristo nella mandorla con ai due lati due angeli con in mano i simboli della passione e Maria e Giuseppe che inginocchiati chiedono perdono per l’umanità. Sui lati del timpano i vegliardi, testimoni di tutto ciò che avviene.

 

 

Nell'abside anche l'interno riporta un Giudizio Universale, opera del Bastianino, e la particolarità è che è la copia dell'opera di Michelangelo della Cappella Sistina.

La simbologia pagana del protiro
Il protiro del duomo è stato realizzato da Nicholaus nel XII secolo e contiene diverse figure mostruose, le stesse della facciata. All’apice vi è una lunetta semicircolare nella quale vi sono rappresentati 22 fiori e l’Agnello.

 

 

E’ l’entrata per eccellenza perché accoglie, ma allo stesso tempo  spaventa, così ricco di simbologie com’è sa creare un netto confine tra il mondo esterno dell’uomo e interno di Dio. Ai lati vi sono due statue, una raffigura San Giovanni Battista, l’altra San Giovanni Evangelista, entrambe rappresentano due momenti molto significativi legati alla simbologia del tempo.

 

 

 

L’Evangelista viene festeggiato il 27 dicembre, festa che, insieme alla nascita di Gesù, è nata per contrastare il pagano solstizio d’inverno, il 21 dicembre, il momento dal quale tutte le giornate iniziano ad allungarsi, essa è la giornata più corta dell’anno. Il Battista invece festeggiato il 24 giugno, data contrastante il solstizio d’inverno, ossia la giornata più lunga dell’anno, il 21 giugno, dalla quale le giornate si accorciano. Entrambi riassumono l’anno, il ciclo solare completo attribuendo così un forte valore temporale alla porta che siamo in procinto di attraversare.

 

 

Inoltre vi sono due leoni a guardia e che sovrastano un toro e un agnello. Per la religione greca il leone che attacca un toro rappresenta l’inizio della primavera, mentre il leone sull’agnello introdurrebbe l’autunno. Queste rappresentazioni sono pagane e sarebbero in questo caso “cristianizzate”. Così avremmo nel complesso inverno, primavera, estate e autunno. Il completo ciclo delle stagioni in questo caso è rappresentato in maniera decisamente innovativa.
Un altro elemento che sottolinea quanto scritto è il fatto che un telamone è giovane mentre l’altro è anziano, elemento aggiuntivo al cerchio della vita.

 

 

 

Le anomale colonnine del Duomo 
Impossibile non notarle perché strane, uniche e bizzarre, sono le colonnine site sul lato destro della cattedrale che non mancano di incuriosire con le loro svariate forme. Perché sono state fatte in questo modo? Uno scherzo o un messaggio simbolico?

L’Opera fu realizzata dai maestri Comacini, famosi per lasciare messaggi nascosti nelle loro opere, forse sostituendo una particolare parola ad ogni colonnina ne verrebbero fuori una frase importante.

 

Esse recano in sé un simbolismo alchemico che pochi potrebbero leggere chiaramente. Ad oggi nessuno ancora si è fatto avanti, chissà, forse il discorso conclude con l’obbligo di mantenere il segreto. Un’altra ipotesi è puramente tecnica, forse si voleva mostrare il grado di bravura e superiorità che i maestri erano in grado di ottenere, mostrando che potevano plasmare il marmo a proprio piacimento. Ma esiste una leggenda legata alle loro origini. Si dice infatti che fossero state realizzate dritte, ordinate, simmetriche.

 

 

Ma nella notte il Diavolo, invidioso di tanta perfezione, volle tirare un bello scherzo e si divertì a plasmarle come creta per rovinare la giornata di inaugurazione del Duomo che si sarebbe svolta il giorno seguente. Così all’alba la gente fu si sorpresa ma positivamente applaudendo gli scultori e complimentandosi per quel tocco di “soprannaturale” che erano riusciti a dare all’edificio. Il diavolo così se ne andò con la coda tra le gambe. Sappiamo bene che non è la prima volta che qualcosa di anomalo a livello architettonico su una chiesa sia attribuito al demonio responsabile di tutto ciò che nel mondo non era perfetto e simmetrico.

 

 

Ma tutte queste generi di leggende finiscono “bene” perché l’opera viene presa in mano da un santo o da altri personaggi che sanno rivoltare la situazione a vantaggio del Bene. E’ incredibile come oggi la situazione sia quasi all’opposto, considerando quanto noi ci sentiamo a proprio agio nello strano, quanto apprezziamo l’asimmetrico perché considerato bello e quanto ci spaventa ciò che di per sé è perfetto, equilibrato e quasi…freddo, senz’anima.

Madonna Frara
Sopra la porta destra della facciata vi è un curioso busto femminile molto antico, al quale i ferraresi sono molto affezionati.

 

Si dice che un certo Marco fondò la città chiamandola con il nome di una fanciulla troiana che aveva recato con sè. Il suo nome era "Madonna Frara" , ovvero Madonna Ferrara.

L'ultimo cataro ferrarese
L’interno della cattedrale ha ospitato la sepoltura di un personaggio degno di nota, il cataro Armanno Pungilupo vissuto a Ferrara e morto nel dicembre del 1269. Dato che fu un personaggio di grande fama, ebbe l’onore di essere deposto in un antico sepolcro, lo stesso che in seguito ospitò l’imperatore Teodosio. Armanno in vita fu venerato come un santo perché in grado di guarire parecchi malati. Svariati ed intensi furono per lui i pellegrinaggi quando era in vita e anche in seguito alla sua morte.

 

 

Purtroppo però Armanno non ebbe un passato del tutto privo di ombre, era ben noto che all’inizio del suo percorso cristiano fosse un cataro convinto, fede che fu costretto ad abbiurare in seguito ad un processo nel 1254 sfociato persino in una tortura inquisitoria ma caddero tutte le accuse.

 

 

 

Purtroppo dopo la sua morte vennero riesaminati molti documenti a carico di Pungilupo e venne scoperto che l’appartenenza catara in verità non venne mai abbandonata e che quindi avrebbe giurato il falso, un’azione che la Santa Inquisizione non poteva di certo perdonare. Le pratiche furono prese in mano da Frà Aldobrandino che fece di tutto, ma senza risultato per dissotterrare il corpo. Non ebbe grandi appoggi anche perché Armanno era ormai considerato un santo ed era una vera e propria eresia disturbare il suo sonno sacro. Fu una lotta che durò per ben 29 anni fino a che giunse al pontificato Bonifacio VIII che senza esitazione dichiarò Armanno colpevole, dissotterrò il corpo e lo fece bruciare. Fu un accanimento esagerato volto all’eliminazione ossessiva di tutti i catari quasi a voler eliminare qualsiasi traccia di un movimento eretico che minava, anche solo con la sua presenza, l’immagine della Chiesa. I catari, i puri, i perfetti coloro che disprezzavano qualsiasi forma di ricchezza, di denaro, di prestigio, volti alla riscoperta dell’autentico, povero apostolato di Cristo. Un movimento per anni distrutto inspiegabilmente dal vaticano in maniera diretta, violenta senza perdono o negoziazione. Ma soprattutto senza un perché.

 

 

Lui come altri personaggi del tempo, nonostante fossero già deceduti di morte naturale, dopo essere stati dichiarati eretici dalla Santa Inquisizione, venivano dissepolti e bruciati. Si cercava, in tal modo, di infierire sulla persona, sicuri che, una volta eliminato il corpo, la futura resurrezione dei morti non avrebbe dato esito. Questo tipo di azione inquisitoria era molto diffusa laddove diveniva impossibile punire fisicamente l’eretico, inoltre era una prassi che spaventava molto la gente comune. Bruciare un corpo senza vita, ormai in decomposizione, era terrificante e spesso la fantasia sapeva ben immaginare le sofferenze che l’anima nell’aldilà stava passando in quel momento. 
E si sa quanto l’immaginazione talvolta sia più forte della stessa realtà…

 

 

Inserito da Cristina Genna Blogger

 

Guest blogging Italia

articolo letto

totale visite sito web prima pagina 

conta tempo connessione internet

 

 

 

 

contatore

totale click accessi sito web la voce del web