Eldorado Città misteriosa o trappola?

Eldorado Città misteriosa o trappola?

E’ una vera è  propria trappola per turisti. In tutti gli alberghi di Bogotà, in Colombia, è espo­sto un cartello che invita i turisti a visitare l’Eldorado. Il costo del viaggio in Taxi verde (un’autopubblica riservata a escursioni turistiche) non è alto, ma se deciderete di compierla avrete egualmente una delusione. Ciò che i tassisti vi mostreranno dopo avervi accompa­gnato a tre/quattro ore fuori dalla città non è la leggendaria città d’oro, bensì un lago chiamato Guata­vita. E per di più non si tratta neppure del vero lago, ma di uno specchio d’acquaartificiale creato da una diga sul fiume Tominè. Nemmeno il paese di Guatavita è “vero”; è infatti una moderna ricostru­zione in stile “Porto Cervo” di un piccolo centro che ora giace sotto le acque del bacino.
Il vero lago di Guatavita vi spiegherà il tassista si trova “più sopra”, a qualche ora di cammino; “comunque” continuerà la vostra 
guida “non è particolar­mente interessante da vedere”. E in effetti non lo è: dopo una lunga salita resa ancor più faticosa dall’aria rarefatta dell’altopiano an­dino potrete ve­dere un laghetto molte volte meno spettacolare di quello di Carezza e molte volte meno inquietante di quello di Bolsena. Eppure qui si celebrava, secoli fa, il rito dell’El Dorado, “Il dorato”; una cerimonia suggestiva e che, effettivamente, implicava il sacrificio di una certa ricchezza, e che tut­tavia non giustificava gli incredibili sforzi e l’enorme spargimento di sangue che riuscì a scatenare nel giro di pochi decenni.

La Leggenda

Era il 1520. Il Conquistador Hernan Cortèz, tornato in Eu­ropa dopo la conquista del Messico, aveva descritto al re di Spagna la ma­gnificenza dei TESORI di Montezuma: “Un disco a forma di sole, grande come la ruota di un carro e d’oro finissimo…Venti anatre d’oro di squi­sita fattura… Ornamenti a forma di cani, tigri, leoni, scimmie”. Un inven­tario che sembrava inesauribile e che fece nascere la convin­zione che esi­stesse una terra ove l’oro era comune come le rocce. Parallelamente, la no­tizia di un “uomo d’oro”, l’Eldorado, cominciava a ingigantirsi e ad assu­mere toni di leggenda. Ben presto la voce che in Sudamerica o in America Centrale si trovava un territorio chiamato Eldorado ove le strade e i tetti delle case erano lastricati del prezioso metallo. Tra il 1529 e il 1616 sei spe­dizioni (guidate da Ambrosius Dalfinger, Nicolaus Federmann, Georg Hohermuth, Seba­stian de Belalcazar, Gonzalo Jimenez de Quesada, Walter Raleigh), partirono alla ricerca di inesistenti città d’oro (a Eldorado si era aggiunta Ma-Noa, mitica “isola in un gran lago salato”).

Centinaia e centinaia di indios furono torturati e uccisi perchè rivelassero ciò che non sapevano; centi­naia di conquistadores persero invano la vita nella foresta o sugli impervi sentieri andini. E il sognodell’Eldorado conti­nua in tempi recenti. Nel 1927 il colonnello Percy FAWCETT perì misterio­samente in Mato Grosso (Brasile) durante la ricerca della misteriosa Zeta, una città posta in cima a una montagna che l’esploratore inglese identificava non soltanto come il regno dell’Uomo Dorato, ma an­che come una colonia avanzata della famosa e misteriosa Atlantide.

Inserito da Cristina Genna Blogger

 

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