CLEOPATRA CHE FU SUICIDATA

CLEOPATRA CHE FU SUICIDATA

Tutti conoscono – grazie anche alla cinematografia hollywoodiana – il tragico epilogo della storia d’amore fra Cleopatra VII e Marco Antonio, a un anno dalla disfatta di Azio (31 a. C.), mentre Ottaviano aveva ormai invaso tutto il regno. E tutti sanno che, secondo la tradizione plutarchea, la regina si sarebbe uccisa facendosi mordere da un serpente velenoso. Se guardiamo freddamente ai fatti, la faccenda era molto più complessa.

I due ex ’Viventi Inimitabili’, in attesa dell’invasione, erano vissuti per molti mesi separati. Lui, ormai finito, si era isolato nel suo eremo in riva al mare, non voleva vedere nessuno. Cleopatra invece aveva avuto tutto il tempo di riflettere sul destino del suo regno e della dinastia tolemaica. Aveva un figlio di Cesare e due di Antonio. Ma la propaganda di Ottaviano l’aveva dipinta come la vera causa del disegno orientaleggiante del suo amante, mentre la presenza al mondo di quei figli, soprattutto il primo, rappresentava un serio problema per il ’Divi Filius’.
Per Antonio non c’era più un futuro, né politico né come uomo. Come fosse già morto: il suo suicidio era scontato. Per l’Egitto…chissà. Le strade dei due, oggettivamente, si erano divise.

La verità è che Ottaviano desiderava distruggere entrambi. Si diceva che il suo disegno fosse quello di mostrare ai romani l’odiata Regina in catene, come pezzo forte del suo trionfo. Si disse poi che per questo l’aveva tenuta sotto sorveglianza dopo l’ingresso in Alessandria: cioè, per impedire che si suicidasse. Falso: non potendo giustiziarla, per evidenti ragioni di immagine. aveva tutto l’interesse che si uccidesse. E’ probabile che abbia agito proprio per spingerla la suicidio.

Il racconto di Plutarco ci dice che , fallito l’ultimo tentativo di resistenza, Antonio si trafisse con l’aiuto di un suo ufficiale, e che fosse stato così maldestro da sopravvivere. Qualcuno gli aveva detto che Cleopatra era morta. Quindi, sarebbe stato trasportato morente nel ’bunker’ reale ove lei si era rifugiata, si sarebbe fatto issare fino all’apertura e sarebbe morto fra le sue braccia. Allora la regina disperata avrebbe deciso di togliersi la vita. Suggestivo e romantico … ma improbabile. E comunque: tutto avvenuto sotto gli occhi degli occupanti?

Plutarco racconta anche che Ottaviano, dopo la morte del suo nemico, avrebbe incontrato una Cleopatra distrutta e costretta agli ’arresti domiciliari’. In pratica una prigioniera di guerra. Le avrebbe parlato mostrandosi fermo nelle accuse, ma in fondo pietoso e umano. 
E’ più logico pensare, invece, che prima di entrare in Alessandria il futuro Augusto avesse lasciato aperto uno spiraglio di trattativa sul futuro della dinastia; ciò allo scopo di tenere divisi i due amanti – alleati, e di facilitare la diserzione delle loro truppe residue, onde completare la vittoria quasi senza colpo ferire. Come in effetti avvenne. E che poi, con la sua consueta spietatezza, non abbia lasciato alcuna speranza né alla donna né ai suoi figli. L’Egitto sarebbe diventato una provincia romana sottoposta a regime di occupazione. La prospettiva di esibirla in catene a Roma, per poi lasciarla morire da schiava, ammesso che fosse reale, era solo il carico psicologico aggiunto a una situazione senza via d’uscita. Abbastanza perchè la donna si risolvesse a farla finita. La versione del cesto di frutta contenente l’aspide era, in fondo, la migliore in cui Ottaviano potesse sperare.

Un gesto volontario, realizzato con l’inganno per orgoglio e per il dolore di aver perso Antonio, e ignorando la (inesistente) clemenza del vincitore. Con l’aggiunta tutta la simbologia che credenze religiose e rituali dei faraoni attribuivano ai serpenti: il solo suicidio degno di una regina che era anche Iside in terra. Ma per l’appunto ’Regina delle Bestie’, come Ottaviano l’aveva definita di fronte ai Romani.

Nella realtà, è molto difficile supporre che una donna sotto sorveglianza stretta, di cui si vuole evitare ad ogni costo il suicidio, non subisse controlli anche sul cibo e sulle bevande. Se volevano impedirle di togliersi la vita, ci sarebbero riusciti. E’ ammissibile che il suicidio assistito – o meglio, auspicato - fosse avvenuto utilizzando un veleno, magari estratto da un serpente. Gli egizi disponevano di sofisticate conoscenze in materia. Mentre è molto più arduo credere che Cleopatra si sia sottoposta volontariamente alle sofferenze lunghe e terribili derivanti dal morso di un cobra.

Plutarco racconta che , poco prima della sconfitta, la perfida regina si sarebbe dilettata a sperimentare su condannati a morte gli effetti del morso vari tipi di rettile, già considerando l’ipotesi di un suicidio spettacolare. Tutto sembrerebbe combaciare. Infatti la diffusione di una leggenda rafforza la verità che si intende lasciar trasparire, perché gli aspetti scenografici e mistici indirizzano l’attenzione sui particolari ’narrativi’, e rendono più facile lasciar filtrare ciò che interessa a chi li diffonde. Tutto ciò che si sa sulla presa di Alessandria è giunto fino a noi da una situazione blindata quanto a circolazione delle informazioni: in questo, Ottaviano era un maestro assoluto, sempre attento ad affidare alla Storia solo ciò che conveniva a lui . Lo era anche di cinismo e di spietatezza: nessun figlio maschio di Cleopatra ebbe salva la vita.

Inserito da Cristina Genna Blogger

 

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